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Nel 1938, a Torino, Ersilia e Gabriele Levi hanno un figlio che chiamano David. In poco tempo la situazione politica precipita. Decidono di affidare il bambino a una famiglia di Lugano, i Guidi, che crescono il piccolo con amore e dedizione, adottandolo, senza raccontargli la sua vera origine. Scoppia la Seconda Guerra Mondiale. Ersilia muore sotto i bombardamenti mentre Gabriele, ebreo, viene deportato nel campo di sterminio di Auschwitz dove verrà assassinato in un forno crematorio. Anche i coniugi Guidi muoiono. Nel 1993 David riceve la telefonata dell'anziano Alberto Coen, sopravvissuto, che conobbe il padre ad Auschwitz, e che gli rivela la sua vera identità. David entra in una profonda crisi esistenziale. Si getta alla ricerca delle proprie radici. Ad un certo punto incontra un notaio che aveva preso in custodia una valigia, preparata dai suoi genitori proprio per il figlio. David la ritrova, la apre e da quel momento la sua vita non sarà più la stessa.